{"id":24,"date":"2014-03-01T14:17:10","date_gmt":"2014-03-01T14:17:10","guid":{"rendered":"http:\/\/demo.deliciousthemes.com\/patti\/?p=24"},"modified":"2021-03-01T21:32:03","modified_gmt":"2021-03-01T21:32:03","slug":"working-like-a-workaholic","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.kuluridis.it\/working-like-a-workaholic\/","title":{"rendered":"ARTE & CULTURA"},"content":{"rendered":"

L\u2019imprevisto nell\u2019architettura e nell\u2019arte. Un ostacolo da superare o una meravigliosa occasione per creare?<\/strong><\/p>\n

Quante volte ci si domanda se ci sia qualcosa di peggio di un imprevisto.
Daniel Pennac, noto scrittore francese, a tale quesito rispondeva : \u201cs\u00ec… le certezze!\u201d.
Siamo avvezzi a percepire negativamente il caso come un quid che rallenta il nostro operato, o i nostri progetti. Tuttavia, spesso, superando l\u2019iniziale avversione per quanto pu\u00f2 sfuggire alle nostre previsioni e destare sgomento, si pu\u00f2 cogliere maggiormente l\u2019ebbrezza di un risultato, forse, nemmeno immaginato.
L\u2019architettura, che notoriamente \u00e8 volta all\u2019organizzazione dello spazio in cui vive l\u2019essere umano, mediante la progettazione e la costruzione, destinate a soddisfare le necessit\u00e0 biologiche dell\u2019uomo, \u00e8 tra le discipline presenti in tutte le civilt\u00e0. L\u2019uomo progetta e costruisce perch\u00e9 ci\u00f2 lo fa sentire vivo, perch\u00e9 anela a realizzare il proprio spazio fisico nel mondo ed a lasciare un segno tangibile della sua presenza.
L\u2019architetto progetta, ipotizzando quel che accadr\u00e0 e cercando di far coesistere nella propria opera la funzionalit\u00e0 e l\u2019estetica. Quindi, nel plasmare la propria idea, fino a renderla realt\u00e0, spesso si pu\u00f2 imbattere in un meraviglioso imprevisto.
L\u2019idea, concretizzandosi, pu\u00f2 andare oltre le costruzioni della nostra razionalit\u00e0 e dei nostri intenti e talvolta, proprio grazie al caso, si interseca a pieno con la natura che ci avvolge e che ci appartiene.
E\u2019 facile notare, negli edifici che ci circondano, evidenti errori strutturali o progettuali, ma la scoperta di una roccia inamovibile, di un pozzo in disuso, di un albero secolare, di reperti archeologici, possono diventare un nuovo motivo di riflessione, una nuova occasione fortuita per aumentare il significato dell\u2019opera stessa.
Analogamente l\u2019artista, sovente, nella realizzazione del proprio estro, incontra piacevoli imprevisti che lo spingono a plasmare la materia ben oltre quella che era l\u2019idea originale.
Pu\u00f2 accadere che durante l\u2019installazione di un\u2019opera, l\u2019autore, pur conoscendo perfettamente i luoghi in cui rappresenter\u00e0 la propria creativit\u00e0, possa avere delle difficolt\u00e0 nel gestire l\u2019imprevisto originato dalla luce naturale di quell\u2019ambiente.
Ci\u00f2 \u00e8 accaduto, ad esempio, in due installazioni, \u201cmedium\u201d nel Lazzaretto di Napoli nel 1998 e \u201cgu\u201d nella Sala della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli nel 2004.
Il risultato \u00e8 stato sorprendente, grazie a questo incredibile imprevisto, l\u2019effetto finale \u00e8 andato bene oltre ogni previsione originaria arricchendo di diverse letture la stessa opera, generando un naturale dialogo tra la contemporaneit\u00e0 dell\u2019installazione e la forte componente storica dei luoghi.
Il caso pu\u00f2 diventare dunque un\u2019occasione per scoprire pi\u00f9 che inventare, per esaltare complesse realt\u00e0 che spesso sfuggono all\u2019occhio umano, talvolta troppo preso dal desiderio di esser visto pi\u00f9 che di vedere. \u201cL\u2019arte non rende pi\u00f9 visibile, acceca\u201d questo sosteneva Paul Virilio, architetto, urbanista, saggista e filosofo francese, ma \u00e8 un rischio che si deve correre se si vuole godere di ci\u00f2 che vi \u00e8 oltre una rappresentazione grafica, pittorica, artistica.
Qualsiasi forma architettonica o artistica parte dall\u2019idea di chi la progetta per tornare a un\u2019altra idea che \u00e8 quella di colui che la percepisce. Queste idee, non necessariamente coincidono, ma sono comunque capaci di creare un\u2019empatia tra l\u2019autore e il soggetto che le ammira o cerca di carpirne il senso.
Questa corrispondenza emotiva tra l\u2019idea che nasce dall\u2019artista o dall\u2019architetto viene poi plasmata a realt\u00e0 concreta, tangibile, rende maggiormente il senso di quel che viene definito il \u201cgenius loci\u201d, ovvero il significato culturale ed emozionale che viene attribuito ad un luogo, ad uno spazio, ad una citt\u00e0, nella ricerca di tutte le identit\u00e0 e le emozioni che emergono dalla materia stessa, a volte ancor pi\u00f9 evidenti, proprio grazie al sorgere di un imprevisto, che accentua inaspettatamente l\u2019idea creativa, rompendo gli schemi preconfigurati e lasciando al caso la possibilit\u00e0 di aggiungere quel pizzico di magia che equilibra realt\u00e0 ed ignoto e rende tutto pi\u00f9 interessante.<\/p>\n

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\u201cCome il giorno e la notte
La regola e il caso sono due contrari
come la luce e il buio
come il rosso e il verde
come il caldo e il freddo
come l\u2019umido e il secco
come il maschile e il femminile.
La regola d\u00e0 sicurezza,
la geometria ci aiuta a conoscere le strutture
o a costruire un mondo nel quale
ci possiamo muovere senza paure.
Il caso \u00e8 l\u2019imprevisto
a volte terribile
a volte piacevole
l\u2019incontro con una persona
con la quale si stabilisce subito
un contatto di simpatia o di amore,
l\u2019esplosione di una idea risolutrice
la scoperta di un fenomeno.
La regola nasce dalla mente
si costruisce con la logica
tutto \u00e8 previsto
con la regola si pu\u00f2 pianificare un programma.
Il caso nasce dal clima
dalle condizioni ambientali, sociali,
geografiche, dai recettori sensoriali.
Un odore di eucalyptus
la forma di un sasso
il ritmo delle onde del mare\u2026
La regola, da sola \u00e8 monotona
il caso da solo rende inquieti.
Gli orientali dicono:
la perfezione \u00e8 bella ma \u00e8 stupida
bisogna conoscerla ma romperla.
La combinazione tra regola e caso
\u00e8 la vita, \u00e8 l\u2019arte
\u00e8 la fantasia, \u00e8 l\u2019equilibrio\u201d<\/p>\n

tratto da: Bruno Munari \u201cVerbale scritto\u201d
                                                                                  Ilario Kuluridis & Pierre Yves Le Duc
                                                                                  Fotografie delle opere di Pierre Yves Le Duc
                                                                                  a cura di Francesco Semmola<\/p>\n

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