Media – Architetto Ilario Kuluridis https://www.kuluridis.it Ilario Kulurtidis Progetti Architetti Interior Design Mon, 01 Mar 2021 21:32:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 THE FIRST IN NAPLES… THE ONLY ONE IN EUROPE’ https://www.kuluridis.it/the-first-in-naples-the-only-one-in-europe/ Sun, 28 Feb 2021 21:53:14 +0000 https://www.kuluridis.it/progettoristrutturo/?p=865 Read More

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……….questo il titolo del progetto dell’architetto Francesco Scardaccione presentato per il premio di architettura “La Convivialità Urbana”
ideato dall’Associazione NAPOLICREATIVA alla Mostra d’Oltremare a Napoli. Il Premio alla sua quarta edizione si pone l’obiettivo di rendere
uno degli spazi monumentali della città, polifunzionali e integrati, adatti ad ospitare eventi sia di livello locale che internazionale . Quest’anno
si tratta di realizzare un nuovo albergo nella Mostra d’Oltremare che prenderà il posto del vecchio Istituto d’Arte e scuola Americana, lato via
Terracina alle spalle dell’Arena Flegrea. L’ architetto Scardaccione insieme ad uno straordinario gruppo di lavoro ( gli architetti Paola
Abbonandi, Carmelo Canonico, Ilario Kuluridis e il commercialista Pasquale Limatola) in sintesi afferma “ Ospitalità,Unicità,
Internazionalizzazione sono gli elementi che hanno ispirato la progettazione dell’Hotel della Mostra d’Oltremare. La struttura dell’Hotel è
caratterizzata da una forma libera e leggera, ma allo stesso tempo imponente, che ricorda quella di un cervello. Pensato come punto focale
della Mostra, il cervello, domina e dialoga con il territorio circostante tramite un sistema di direttrici che permettono una facile e diretta
fruizione dei luoghi di maggior interesse della Mostra” . Continua dicendo che “ L’idea imprenditoriale potrebbe partire dalla scelta di un partner di note catene hotels che sono
caratterizzati dalla formula vincente che coniuga ospitalità, buona musica, cibo e merchandising identificativo del luogo e che all’interno della Mostra d’Oltremare renderebbe Napoli un
polo d’attrazione a livello mondiale, incrementando non solo gli introiti dell’Hotel e della Mostra, ma anche del territorio circostante. L’Hotel si configura come un volume organico, una
piattaforma multidirezionale ed ecocompatibile, che attraverso il parterre esterno consente una facile fruizione delle preesistenze archeologiche alle sue spalle. La struttura poggia su
due elementi depressi agganciati al terreno : gli ingressi, che attraverso ascensori e scale conducono al primo livello, dove ha sede la reception, amministrazione e cafè. Al secondo
livello è collocata la zona ristorante e diametralmente opposta la grande zona relax- SPA. Al terzo e quarto livello si trovano le camere, circa 150 di cui 20 suites”

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Convivialità Urbana https://www.kuluridis.it/convivialita-urbana/ Sat, 13 Feb 2021 21:26:34 +0000 https://www.kuluridis.it/progettoristrutturo/?p=717 Read More

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Questo il titolo del progetto presentato per il premio di architettura “La convivialità urbana” ideato dall’Associazione NAPOLICREATIVA alla Mostra d’Oltremare a Napoli. Il premio, alla sua quarta edizione, si pone di rendere uno degli spazi monumentali della città, polifunzionali ed integrati, adatti ad ospitare eventi sia di livello locale che internazionale. Quest’anno si tratta di realizzare un nuovo albergo nella Mostra d’Oltremare che prenderà il posto del vecchio Istituto d’Arte e scuola Americana. Ospitalità, Unicità, Internazionalizzazione sono gli elementi che hanno ispirato la progettazione dell’Hotel della Mostra d’Oltremare. La struttura dell’Hotel è caratterizzata da una forma libera e leggera, ma allo stesso tempo imponente, che ricorda quella di un cervello. Pensato come punto focale della Mostra, il cervello domina e dialoga con il territorio circostante tramite un sistema di direttrici che permettono una facile e diretta fruizione dei luoghi di maggior interesse della Mostra. L’idea imprenditoriale potrebbe partire dalla scelta di un partner di note catene hotels, caratterizzato dalla formula vincente che coniuga ospitalità, buona musica,cibo e merchandising, che all’interno della Mostra renderebbe Napoli un polo d’attrazione a livello mondiale. L’hotel si configura come un volume organico, una piattaforma multidirezionale ed ecocompatibile, che attraverso il parterre esterno consente una facile fruizione delle preesistenze archeologiche ale sue spalle. La struttura poggia su due elementi depressi agganciati al terreno: gli ingressi, che attraverso ascensori e scale conducono al primo livello, dove ha sede la reception, amministrazione e cafè. Al secondo livello è collocata la zona ristorante e diametralmente opposta la grande zona relax-SPA. Al terzo livello si trovano le camere, circa 150 di cui 20 suites.

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Intervista ProntoPro https://www.kuluridis.it/intervista-prontopro/ Sat, 13 Feb 2021 21:08:22 +0000 https://www.kuluridis.it/progettoristrutturo/?p=711 Read More

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Cosa differenzia gli architetti dagli interior designer?

Ilario Kuluridis è un architetto italo-greco con esperienza ventennale nel settore, in Italia e all’estero (Grecia e Stati Uniti). I tratti che più contraddistinguono la sua persona e il proprio lavoro sono la passione per il mondo dell’architettura e del design, tenacia, creatività, volontà di mettersi in gioco, professionalità e capacità di comunicazione. Dopo la laurea in Architettura conseguita con il massimo dei voti presso l’Università Federico II di Napoli, ed un periodo di collaborazioni sia a Napoli che a Milano, apre il proprio studio nel capoluogo campano occupandosi di progettazione architettonica, interior design e design per clienti privati e pubblici. È un fermo sostenitore del lavoro di squadra e della collaborazione professionale tra architetti e non solo, poiché solo tramite la cooperazione è possibile raggiungere livelli elevati di definizione e di controllo dell’opera da realizzare. La propria motivazione lavorativa è rimasta la stessa sin dagli inizi, ma l’esperienza ha permesso di consolidarla e di adattarla meglio ai servizi che offre alla propria clientela.

Qual è il ruolo degli architetti di interior design?

Gli architetti sono figure professionali complete in quanto comprendono sia competenze tecniche che altre più decorative e di gusto. Nel caso specifico, un primo compito fondamentale è definire una corretta distribuzione degli spazi interni, funzionali e su misura di chi li vive. A questo si aggiungono le altre competenze, come le scelte cromatiche, l’abbinamento dei vari materiali, la realizzazione di complementi di arredo, la progettazione impiantistica, tra cui l’illuminazione, che negli ultimi anni svolge un ruolo fondamentale nel creare scenari diversi all’interno del luogo in cui si vive.

Qual è il costo di un architetto d’interni? Cosa influisce sul preventivo finale?

Le varie competenze che si richiedono al progettista influiscono sul preventivo finale. Personalmente, nei nostri lavori si procede alla concezione dell’opera in modo completo, dalla progettazione architettonica alla direzione dei lavori, al light design, fino al progetto dei vari arredi. Quindi, risulta difficoltoso individuare un costo unico e complessivo essendo questo legato alle diverse e numerose attività che un architetto può svolgere.

In cosa sono specializzati gli studi di architettura e design?

L’architettura è probabilmente una delle professioni più antiche. Essa combina svariati principi e concetti di ingegneria con la creatività dell’espressione artistica. Il lavoro principale degli architetti e degli studi di architettura è creare, pianificare e progettare edifici a scopo residenziale, commerciale, industriale o urbano.Riprendo il celebre slogan della scuola della Bauhaus “dal cucchiaio alla città” per spiegare come l’architettura si interessi sia di piccoli oggetti che della progettazione architettonica di intere città. Lo studio di design, invece, ha un’attinenza limitata al progetto dell’oggetto singolo o comunque subentra in una fase successiva ad un intervento architettonico. L’interior designer non modifica gli spazi vitali, ma cerca solo di personalizzarli.

Qual è la differenza tra architetti e designer?

Gli architetti sono figure professionali complesse ed articolate, con cognizioni ed attitudini a 360°. Il loro ambito di intervento spazia dal restauro alla manutenzione straordinaria di edifici vincolati e non. Si occupano di tutto ciò che riguarda la progettazione architettonica e la realizzazione, parte strutturale del manufatto compresa. Nella loro visione di insieme, oltre alla parte tecnica, aggiungono anche la propria attitudine al progetto di elementi di arredo unici in modo da personalizzare il più possibile l’appartamento e rendere unico tale intervento. Il designer, invece, ha una competenza ed un campo d’azione limitato. In genere, il designer è colui che interviene successivamente agli studi di architettura per scegliere il tipo di arredo, il colore o l’illuminazione.

Trovi l’intervista originale sul link seguente:

https://www.prontopro.it/na/napoli/architetti-e-studi-di-architettura#pro-interview

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Intervista su Live Social https://www.kuluridis.it/intervista-su-live-social/ Sat, 13 Feb 2021 20:55:52 +0000 https://www.kuluridis.it/progettoristrutturo/?p=704 ]]> Blu Lunare https://www.kuluridis.it/perfect-sunday-morning-ride/ Sat, 01 Mar 2014 14:24:34 +0000 http://demo.deliciousthemes.com/patti/?p=26 Read More

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Il Blu Lunare Project illumina il Pan e Napoli

Musica, arte, emozioni e una comunità virtuale che si incontra per la prima volta al Pan – Palazzo delle Arti di Napoli in occasione della presentazione del secondo volume lunare project tribute Kukai. Waiting for Andy Warhol si è mostrato come nelle sue intenzioni, un connubio unico che ha coinvolto tutti i sensi ed ha regalato al pubblico ed alla città un viaggio nelle emozioni, nella musica d’autore, nella bellezza, nella creatività, nello stile internazionale. In un momento siamo stati catapultati nella pop art e nell’immaginario della creatività di Warhol che sarò ospite in una rassegna che raccoglie 180 opere, al Pan dal 18 aprile al 20 luglio.

Roberto Barone e il suo team insieme all’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, la direzione del Pan, e con la partecipazione di Spirale di Idee, hanno mostrato la modernità della nostra città e l’oppurtunità che si genera dalle sinergie. Nulla è stato lasciato al caso. Il Pan ha brillato al blu lunare con le installazioni e le work station delle lampade di Artemide brand leader nel mondo e gli allestimenti realizzate dallo studio di architettura e design di Ilario Kuluridis che rielaborando sedute, stampe e scenografie per far rivivere il periodo della “Silver Factory” di Andy Warhol. Panche e oggettistica e scenografia dell’evento erano affidati a Arvonio arredamenti, alla Mazzocca FalegnamerieGE.MA.R srl che ha realizzato i palloncini in silver in lattice naturale. Nella sala accoglienza, al primo piano, l’incontro con la musica ed i colori e lo spazio per dialogare. Al secondo piano, la sala centrale con il dj set che ha visto alternarsi Roberto BaroneLupo di MareMiluna, insieme al light performer Pino Costa. Le sale laterali erano dedicate all’incontro. La prima con l’arte e la creatività dell’artista milanese Alessandra Wahid che ha creato all’istante un’immagine magnifica della luna e altre creazioni estemporanee. La musica ha guidato le sue mani, che attente si sono mosse sulla tela nella creazione dell’immagine come un tocco del cuore. La fotografia e la sua declinazione nelle immagini realizzate dal fotografo Sergio Goglia hanno fatto da sfondo alla Social room in cui si sono incontrati gli ascoltatori che in questi mesi hanno accompagnato la trasmissione serale radiofonica prima e televisiva poi. In questi mesi infatti abbiamo accompagnato insieme, tutte le sere, Roberto Barone ed il suo team raccontando le nostre emozioni ed il nostro essere lunari. Ci siamo sentiti parte del progetto e coinvolti in un confronto quotidiano, sull’essere, accolti, in ogni luogo, dalla radio, e dai social media che ci hanno consentito di dialogare, tutti in tempo reale.

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ARTE & CULTURA https://www.kuluridis.it/working-like-a-workaholic/ Sat, 01 Mar 2014 14:17:10 +0000 http://demo.deliciousthemes.com/patti/?p=24 Read More

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L’imprevisto nell’architettura e nell’arte. Un ostacolo da superare o una meravigliosa occasione per creare?

Quante volte ci si domanda se ci sia qualcosa di peggio di un imprevisto.
Daniel Pennac, noto scrittore francese, a tale quesito rispondeva : “sì… le certezze!”.
Siamo avvezzi a percepire negativamente il caso come un quid che rallenta il nostro operato, o i nostri progetti. Tuttavia, spesso, superando l’iniziale avversione per quanto può sfuggire alle nostre previsioni e destare sgomento, si può cogliere maggiormente l’ebbrezza di un risultato, forse, nemmeno immaginato.
L’architettura, che notoriamente è volta all’organizzazione dello spazio in cui vive l’essere umano, mediante la progettazione e la costruzione, destinate a soddisfare le necessità biologiche dell’uomo, è tra le discipline presenti in tutte le civiltà. L’uomo progetta e costruisce perché ciò lo fa sentire vivo, perché anela a realizzare il proprio spazio fisico nel mondo ed a lasciare un segno tangibile della sua presenza.
L’architetto progetta, ipotizzando quel che accadrà e cercando di far coesistere nella propria opera la funzionalità e l’estetica. Quindi, nel plasmare la propria idea, fino a renderla realtà, spesso si può imbattere in un meraviglioso imprevisto.
L’idea, concretizzandosi, può andare oltre le costruzioni della nostra razionalità e dei nostri intenti e talvolta, proprio grazie al caso, si interseca a pieno con la natura che ci avvolge e che ci appartiene.
E’ facile notare, negli edifici che ci circondano, evidenti errori strutturali o progettuali, ma la scoperta di una roccia inamovibile, di un pozzo in disuso, di un albero secolare, di reperti archeologici, possono diventare un nuovo motivo di riflessione, una nuova occasione fortuita per aumentare il significato dell’opera stessa.
Analogamente l’artista, sovente, nella realizzazione del proprio estro, incontra piacevoli imprevisti che lo spingono a plasmare la materia ben oltre quella che era l’idea originale.
Può accadere che durante l’installazione di un’opera, l’autore, pur conoscendo perfettamente i luoghi in cui rappresenterà la propria creatività, possa avere delle difficoltà nel gestire l’imprevisto originato dalla luce naturale di quell’ambiente.
Ciò è accaduto, ad esempio, in due installazioni, “medium” nel Lazzaretto di Napoli nel 1998 e “gu” nella Sala della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli nel 2004.
Il risultato è stato sorprendente, grazie a questo incredibile imprevisto, l’effetto finale è andato bene oltre ogni previsione originaria arricchendo di diverse letture la stessa opera, generando un naturale dialogo tra la contemporaneità dell’installazione e la forte componente storica dei luoghi.
Il caso può diventare dunque un’occasione per scoprire più che inventare, per esaltare complesse realtà che spesso sfuggono all’occhio umano, talvolta troppo preso dal desiderio di esser visto più che di vedere. “L’arte non rende più visibile, acceca” questo sosteneva Paul Virilio, architetto, urbanista, saggista e filosofo francese, ma è un rischio che si deve correre se si vuole godere di ciò che vi è oltre una rappresentazione grafica, pittorica, artistica.
Qualsiasi forma architettonica o artistica parte dall’idea di chi la progetta per tornare a un’altra idea che è quella di colui che la percepisce. Queste idee, non necessariamente coincidono, ma sono comunque capaci di creare un’empatia tra l’autore e il soggetto che le ammira o cerca di carpirne il senso.
Questa corrispondenza emotiva tra l’idea che nasce dall’artista o dall’architetto viene poi plasmata a realtà concreta, tangibile, rende maggiormente il senso di quel che viene definito il “genius loci”, ovvero il significato culturale ed emozionale che viene attribuito ad un luogo, ad uno spazio, ad una città, nella ricerca di tutte le identità e le emozioni che emergono dalla materia stessa, a volte ancor più evidenti, proprio grazie al sorgere di un imprevisto, che accentua inaspettatamente l’idea creativa, rompendo gli schemi preconfigurati e lasciando al caso la possibilità di aggiungere quel pizzico di magia che equilibra realtà ed ignoto e rende tutto più interessante.

“Come il giorno e la notte
La regola e il caso sono due contrari
come la luce e il buio
come il rosso e il verde
come il caldo e il freddo
come l’umido e il secco
come il maschile e il femminile.
La regola dà sicurezza,
la geometria ci aiuta a conoscere le strutture
o a costruire un mondo nel quale
ci possiamo muovere senza paure.
Il caso è l’imprevisto
a volte terribile
a volte piacevole
l’incontro con una persona
con la quale si stabilisce subito
un contatto di simpatia o di amore,
l’esplosione di una idea risolutrice
la scoperta di un fenomeno.
La regola nasce dalla mente
si costruisce con la logica
tutto è previsto
con la regola si può pianificare un programma.
Il caso nasce dal clima
dalle condizioni ambientali, sociali,
geografiche, dai recettori sensoriali.
Un odore di eucalyptus
la forma di un sasso
il ritmo delle onde del mare…
La regola, da sola è monotona
il caso da solo rende inquieti.
Gli orientali dicono:
la perfezione è bella ma è stupida
bisogna conoscerla ma romperla.
La combinazione tra regola e caso
è la vita, è l’arte
è la fantasia, è l’equilibrio”

tratto da: Bruno Munari “Verbale scritto”
                                                                                  Ilario Kuluridis & Pierre Yves Le Duc
                                                                                  Fotografie delle opere di Pierre Yves Le Duc
                                                                                  a cura di Francesco Semmola

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